L’inchiesta interna sul Generale Roberto Vannacci, dopo la pubblicazione del suo controverso libro “Il mondo al contrario”.
Il Generale Roberto Vannacci – insediato a Roma come capo di stato maggiore delle Forze operative terrestri – è ufficialmente sotto inchiesta interna, a seguito della pubblicazione del suo libro “Il mondo al contrario”, che ha scatenato polemiche per per i suoi contenuti omofobi e di estrema destra. In risposta, il militare ha deciso di prendere un mese di licenza per motivi familiari
Il generale Vannacci sotto inchiesta
Il generale Vannacci è arrivato a Palazzo Esercito per iniziare il periodo di affiancamento necessario prima di assumere il nuovo incarico di Capo di Stato Maggiore delle Forze Operative Terrestri. Ma proprio in questa giornata è arrivata la notifica che ufficializza l’inchiesta interna a suo carico, per via della pubblicazione del suo libro “Il mondo al contrario”.
Tuttavia, non pare esserci alcun collegamento tra il suo cambio di incarico e l’inchiesta formale che è stata aperta nei suoi confronti, proprio oggi. Presentatosi in mattinata nel suo nuovo ufficio, in risposta alla notifica d’inchiesta presentata, Vannacci ha deciso di andare in licenza. I tempi della commissione disciplinare, secondo quanto si apprende, non saranno lunghi.
Crosetto lo difende: “Nessun collegamento con il cambio di incarico”
A confermare che tra il cambio di incarico e l’inchiesta non ci siano collegamenti, è stato anche il Ministro della Difesa, Guido Crosetto – al centro delle controversie sulla Giustizia – che come altri ha difeso il Generale.
Diversi esperti, infatti, hanno precisato che non si tratta di una promozione, ma di un semplice incarico che Roberto Vannacci può effettivamente ricoprire. Non si tratta nemmeno di un demansionamento o di un passo indietro per la carriera militare del generale.
Su Giulia Cecchettin: “Non mi piace il termine femminicidio”
Durante intervista rilasciata oggi a La Stampa, il generale Vannacci ha preso una dura posizione per quanto riguarda l’omicidio di Giulia Cecchettin, che mette sotto il mirino dell’opinione pubblica il fenomeno del patriarcato.
Bufera di polemiche già nelle prime ore della giornata, dopo aver criticato l’uso del termine “femminicidio”, mettendo in discussione la sua applicazione e suggerendo una visione più ampia del fenomeno.
Per il generale, etichettare un crimine in base al sesso della vittima potrebbe violare il principio di universalità della legge.
“Quelli che ammazzano le donne sono uomini che non sanno stare da soli, che sono dipendenti da loro e che, quando temono di venire abbandonati, perdono la testa. Altro che maschi patriarcali, sono mollaccioni smidollati che abbiamo prodotto noi. Abolendo le punizioni”, ha dichiarato Vannacci.